Le Sarde a Beccafico nascono come rivisitazione “modesta” di un pregiato piatto della tradizione baronale siciliana del 1700, composto di una particolare specie volatile della famiglia dei Silvidi, i Beccafichi, cucinati insieme ad una ricca farcitura.
Gli antenati delle Sarde a Beccafico, venivano spesso cucinati dopo le migliori battute di caccia, come fossero un premio dopo una faticosa giornata alla ricerca di questa specie così apprezzata.
I nobili siciliani li preparavano ripieni delle loro interiora, insieme ad altre gustose aggiunzioni.
La servitù siciliana, che di certo non poteva permettersi un piatto così prelibato, lo reinventò utilizzando il più povero degli alimenti, le sarde, farcite con ingredienti altrettanto poveri, ma molto saporiti, come la mollica, l’uva passa, i pinoli, il succo di agrumi, sale e pepe.
Varianti delle Sarde a Beccafico
Da allora, le Sarde a Beccafico vengono consumate a Palermo, Catania e Messina, anche se in versioni diverse.
La variante palermitana prevede che le sarde vengano arrotolate e cotte al forno, mentre quella catanese prevede che si friggano distese una sopra l’altra, separate da una foglia di alloro e con l’aggiunta del caciocavallo.
Quella messinese, anch’essa della scuola del fritto, prevede l’aggiunta dei capperi nel ripieno.
La versione moderna, invece, prevede l’uso delle sarde arrotolate e infilzate su uno spiedino, alternate ad alloro, cipolle e, a volte, ortaggi grigliati.
Neanche la composizione del piatto era casuale: le massaie, infatti, amavano posizionare le sarde con la pinna all’insù per imitare le ali dei volatili.
Ancora oggi, le Sarde a Beccafico, sono uno dei piatti più importanti e conosciuti della nostra tradizione culinaria, così come la buonissima Faccia da Vecchia




