Storia ed evoluzione del Caffè espresso
Noi italiani lo beviamo in tantissimi modi diversi, ma è il caffè espresso il vero re di questa bevanda calda che ci rappresenta in tutto il mondo.
La tazzulella ‘e cafè è simbolo della tradizione italiana e rappresenta un momento di relax, di distacco dai propri impegni, ma anche di unione e di compagnia tra amici.
La particolarità dell’espresso è quella di essere un caffè corto, concentrato, che nei bar viene realizzato con l’erogazione dell’acqua attraverso il caffè macinato esattamente a 9 bar di pressione.
Le origini
Nonostante il caffè sia indissolubilmente associato alla città di Napoli, è in realtà originario del Piemonte, e in particolare di Torino, dove nel 1884 Angelo Moriondo realizza la prima vera macchinetta del caffè.
Se Moriondo decide di utilizzare la macchina del caffè da lui inventata solo per i suoi bar, già nel 1901 il meneghino Desiderio Pavoni adotta e rielabora la macchinetta per poterla rivendere a bar e ristoranti, con un’idea più imprenditoriale.
La macchina ideata da Pavoni funziona a vapore, con una caldaia mantenuta a pressione da un fornello a gas.
Questa tecnica verrà modificata definitivamente da Antonio Gaggia nel 1938, sostituendo il vapore del gas con un meccanismo a pistoni che spinge l’acqua bollente attraverso la polvere di caffè.
L’evoluzione
E’ il primo vero espresso mai prodotto da un bar, che rivoluzionerà per sempre il modo di fare il caffè.
Questo, purtroppo, spesso a discapito del vecchio fascino che il caffè costituiva, almeno dagli anni ‘80 in poi. La produzione di caffè in serie e l’allargamento dell’offerta fa perdere il primato dell’espresso, insieme al suo fascino e quello della figura del barista.
All’estero, invece, avviene esattamente l’opposto. Il caffè espresso viene esaltato al punto da diventare un culto, portando all’apertura di caffetterie in giro per il mondo e alla produzione di cialde e capsule per le macchinette che riprendono proprio il nome del caffè espresso.