Quando avviene il famoso incontro tra l’uovo e la pasta? E a chi dobbiamo la nascita della carbonara, una delle ricette più famose e amate? Si sa, molti degli abbinamenti in cucina nascono per caso, per necessità. Si modificano nel tempo fino a trovare un equilibrio perfetto (ritoccato qui e là in base a “credenze” gastronomiche).
Una delle tradizioni sulle origini della ricetta della carbonara è legata agli Stati Uniti. Sì, perché contrariamente a quello che comunemente si pensa, la carbonara nasce proprio lì. Si tratta di un’ipotesi convalidata nel tempo. Renato Gualandi, giovane cuoco bolognese, era stato ingaggiato nel 1944 per preparare un pranzo in occasione dell’incontro tra l’Ottava Armata inglese e la Quinta Armata americana nella Riccione appena liberata. Sfruttando la passione degli americani per l’uovo unito al bacon e dei maccheroni al formaggio, il cuoco propone una ricetta a base di pasta, bacon, crema di latte e formaggio, infine l’uovo e una spolverata di pepe nero. Negli anni a venire grazie a Gualandi la ricetta si diffonde e così è decretata l’immediata fortuna.
La carbonara conquista i ricettari
Gli Stati Uniti sono quindi il luogo di partenza per la sua diffusione della carbonara. E’ lì che fa capolino la prima ricetta, nel 1952 in una guida dei ristoranti di un distretto di Chicago di Patricia Bronté.
La prima ricetta italiana è, invece, datata agosto 1954 sulla rivista La cucina italiana. Gli ingredienti citati: spaghetti, uovo, pancetta, gruviera e aglio. Chi ama la carbonara storcerà il naso davanti alla presenza dell’aglio, ma la verità è che a quel tempo la ricetta era ancora in via di definizione. Solo nell’anno successivo, entra a far parte per la prima volta di un ricettario vero e proprio, La signora in cucina di Felix Dessì: la versione qui descritta somiglia a quella odierna con uova, pepe, parmigiano e pancetta.
Dalla pancetta al guanciale: la ricetta definitiva
Nel 1960, nel ricettario di Luigi Carnacina La grande cucina, è introdotto per la prima volta il guanciale di maiale. Anche la panna entra a far parte di una nuova versione della ricetta, tanto che nel 1989 Gualtiero Marchesi consiglia di utilizzare un quarto di litro su 400 gr di spaghetti. Negli anni a venire, le sperimentazioni sono continuate fino ad arrivare ad un numero limitato di ingredienti: uovo, pecorino, guanciale con l’aggiunta di pepe.