La tradizione culinaria siciliana è una delle più vaste del nostro paese. Fra i suoi piatti, grande protagonista è la pasta alla Norma, ormai apprezzata da decenni non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
La pasta alla Norma è un primo che unisce alcuni sapori tradizionali dell’isola, una sinfonia per il palato che pare essere stata ideata nella costa orientale, a Catania. Secondo la tradizione, il suo nome fu coniato niente poco di meno che da Nino Martoglio, storico esponente della commedia etnea, vissuto a cavallo fra il XIX e il XX secolo.
Nel 1920, l’autore teatrale, trovandosi una sera a cena da amici, apprezzò talmente tanto il piatto servitogli che esclamò Chista è ‘na vera Norma (“Questa è una vera Norma”). In quell’occasione, Martoglio face riferimento all’omonima tragedia lirica, composta qualche decennio primo da un altro illustre catanese, il musicista Vincenzo Bellini. La ricetta cominciò quindi a essere chiamata così e si diffuse in maniera rapida e capillare in tutta la Sicilia.
A renderla un capolavoro culinario è il connubio riuscito fra ingredienti semplici ma estremamente saporiti. Alla base, per fare la pasta alla Norma, vengono usati diversi tipi di pastasciutta: la tradizione Catanese vuole che il formato proprio per questa ricetta siano gli spaghetti, ma dentro e fuori la Sicilia, le varianti sono un’infinità. A Palermo, ad esempio, si prediligono i maccheroni o altri tipi di pasta corta. Diverse le cose a Trapani, dove prevale un tipo di pasta locale, le busiate.
Ma il vero protagonista di questo primo è il condimento, dato dall’unione di melanzane e ricotta salata. A questi vanno aggiunti dell’aglio, della cipolla, qualche fogliolina di basilico e l’immancabile passata di pomodoro. Fra le altre versioni di tale ricetta, ecco spuntare qualche altro ingrediente. Come spesso accade per i formaggi, quelli dai sapori più forti vengono sostituiti da altri “meno decisi”. Così, alla ricotta salata si preferisce talvolta quella infornata, o – in alternativa – un formaggio a scelta fra caciocavallo e parmigiano. Diverse anche le aggiunte ricorrenti, come nel caso di cubetti di mozzarella, capperi e acciughe.