Una delle eccellenze alimentari siciliane, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, è certamente il pistacchio di Bronte.
Noto anche come l’“oro verde” della Sicilia, la sua coltivazione è legata al famoso comune, Bronte, sito alle pendici dell’Etna, nel catanese, in una zona in cui le alte temperature tipiche dell’isola incontrano la coperta di neve pressoché perenne del vulcano.
Il pistacchio è un seme oleoso, la cui coltivazione è favorita dal terreno roccioso e lavico. Come gran parte dei prodotti tipici dell’isola, anche esso deriva da un’importazione araba. Della pianta originaria, la Pistacia vera si hanno antichissime attestazioni nel territorio dell’Asia minore, già diversi secoli fa. Sarebbero state poi le continue incursioni arabe nel Mediterraneo a portarla in occidente, a cavallo fra il 700 e l’800 d.C.
In Sicilia, le colture del seme trovarono terreno fertile proprio a Bronte, grazie a un’innata predisposizione paesaggistica e climatica. Il pistacchio determinò nei secoli lo sviluppo delle tradizioni (e della ricchezza) presso la popolazione locale. Di generazione in generazione, gli agricoltori si sono impegnati a mantenere viva e a trasmettere la coltivazione del Pistacchio di Bronte, così da aumentare la fama del seme pregiato, divenuto ormai il simbolo della città etnea.
Gli alberi di Pistacia vera non richiedono particolari attenzioni, né necessitano concime o irrigazione. Vanno solamente potati periodicamente, giusto per eliminare i rami secchi. La produzione non è continua: solitamente, le piante restano “ferme” per dodici mesi, così da immagazzinare tutte le energie necessarie alla fioritura.
Altrettanto importante è anche la raccolta, effettuata tuttora con metodi tradizionali e a mano, generalmente disposta fra il 20 agosto e il 10 ottobre.
Il Pistacchio di Bronte non è soltanto un alimento da consumare grezzo, ma è diventato ormai un tratto distintivo della cucina siciliana, usato sia in preparazioni dolci (come creme, mousse e gelati), sia nei cibi salati. Nel menù di Franco – Ristorante Pizzeria , ad esempio, è possibile assaporarlo nel pregiato pesto che arricchisce e rende uniche le fettuccine al gambero rosso.